Mi piace descrivere il lavoro “Lomi Gestalt Bodywork Counseling” come un continuo “ritrovare la via di casa”, imparare a “restare in casa” e rimanere presenti nel “qui e ora”. Ovviamente, con casa intendo l’organismo corpo-mente-emozioni, la nostra dimora interiore. Come possono notare tutti coloro che iniziano una relazione di aiuto con persone vittime di traumi, che soffrono di disagio mentale o anche solo di meno gravi disturbi del vivere, tali sofferenze si manifestano anche attraverso il corpo, per esempio con difficoltà di respirazione, problemi circolatori (mani e piedi sempre freddi), contratture, dolori muscolari, ecc.

Quando subiamo un trauma o un qualsiasi stress, i nostri tessuti si irrigidiscono e contraggono, fenomeno che di recente è stato riscontrato anche dalla neuroscienza, quando parla del cervello come di un organo sociale che, per proteggersi da eventi dolorosi, tende a perdere plasticità e a ripetere schemi mentali conosciuti e familiari, imponendo così il passato sul presente. LA NOSTRA VITA, LA NOSTRA ESISTENZA SI RIFLETTE NEL CORPO. E il corpo è un buon alleato, non mente, non cade vittima di autoinganni, o fantasie. Ogni dolore, ogni contrazione è una richiesta di attenzione che ci indica la via da seguire per tornare a casa. L’importante è che in casa ci sia qualcuno in grado di riconoscere il disagio e capire che forse ha bisogno di aiuto!

Ma come ci si procura questa bussola interiore che indica sempre la via di casa?

Esistono tanti modi e uno di essi è sicuramente la pratica della meditazione, intesa come osservazione di se stessi, dei propri processi mentali e delle sensazioni corporee,con particolare del respiro, di tutto quello che succede quando uno si ferma e, invece di correre dietro a progetti, idee o pensieri, semplicemente sta con quello che c’è, con il senso di essere che sempre fluisce in ciascuno di noi.

In effetti, penso si possa dire che il Lomi Gestalt e la pratica della meditazione siano entrambi esercizi di consapevolezza, che mirano a espandere e approfondire la conoscenza del sé. Nella meditazione, ciò viene fatto interiormente, in silenzio, da soli e l’attenzione si concentra direttamente sulle sensazioni corporee e l’attività mentale, così come si manifestano nel momento presente. Anche nel Lomi Gestalt l’attenzione viene rivolta all’esperienza del corpo e della mente, ma si svolge nel contesto della relazione con il counselor, che opera come guida, ponendo l’accento su quello che accade nella dinamica della relazione, con tutte le sue polarità e i suoi conflitti.  Entrambe le pratiche conducono, quindi, a una più ampia e approfondita conoscenza di se stessi, del funzionamento della mente, del modo in cui insorgono le emozioni, di cosa ci dicono le sensazioni del corpo  e, grazie a questa comprensione, permettono di vivere con maggiore accettazione, saggezza e compassione (per noi stessi e gli altri).

Durante una seduta di Lomi Gestalt Bodywork, tramite il tocco delle mani… ma anche gli occhi e le parole possono toccare… chiediamo al cliente di portare l’attenzione sul punto in cui viene toccato, guidiamo la sua consapevolezza verso le sensazione corporee che sperimenta. Registrando quello che accade qui e ora, nel momento, invece di vagare nei pensieri, nelle interpretazioni e nei giudizi, la persona prende coscienza ed esprime quello che sente e sta sperimentando. Invece di evitare, o razionalizzare sentimenti e sensazioni corporee, le ascolta e le condivide in contatto con il counselor. Le sensazioni corporee e le emozioni a esse collegate lo aiutano a comprendere cosa gli sta succedendo.  I punti dove siamo contratti sono i punti dove c’’è una interruzione di contato e, in qualche modo, tratteniamo qualcosa.

Ogniqualvolta abbiamo un’esperienza dolorosa ci portiamo dietro non soltanto la memoria e le emozioni ad essa connesse, ma la ricordiamo anche a livello fisico.

Esiste una memoria corporea-mentale-emotiva degli eventi, che si esprime ad esempio con la contrazione di un muscolo, oppure con un  ridotto flusso energetico nella parte interessata, che noi, in qualche modo, colleghiamo all’evento traumatico.

Fortunatamente, questo si verifica anche per le esperienze felici!

 

Il Lomi ha come base la Gestalt, un lavoro che non viene fatto su di te, ma con te, non è un trattamento, non è per niente passivo, è un risvegliarsi alla forza vitale che ci anima. Chiede al cliente di essere vigile e allerta, di porre l’attenzione su quello che succede al corpo, alla mente e alle emozioni nel qui e ora, di diventare consapevole e prendere responsabilità della propria vita.

 Ci vuole coraggio per prendere responsabilità della nostra vita, del nostro essere umani. Coraggio per rivedere i propri schemi mentali, rivivere emozioni magari a lungo represse e rimettersi in gioco di fronte a noi stessi e agli altri.

Questo vale in primo luogo, soprattutto, per chi svolge il ruolo di counselor, che nel lavoro Lomi Gestalt non cerca di imporre sul cliente la sua agenda, la sua opinione e men che mai la sua condizione emotiva. Durante la formazione, l’aspirante counselor sviluppa l’abilità di stare in contatto senza, paradossalmente, “fare nulla”. Ma non è affatto semplice, come può sembrare a prima vista, perché richiede un sacco di lavoro su se stessi, la capacità di essere a proprio agio dentro la propria pelle, che è poi anche quello che invitiamo i clienti a fare, la capacità di creare un campo di comunicazione condiviso. Un buon counselor non cerca di fare qualcosa, semplicemente nota quello che spontaneamente emerge e, facendo ripetere, esagerando, aiuta la persona essere presente alla realtà di quello che gli succede, senza ansia, senza paura.

A questo punto, per rinforzare fiducia, autostima, grounding, è possibile usare metodi e tecniche derivati dall’aikido, dal hatha yoga, dalla danza-movimento.

 

L’approccio Lomi diventa efficace quando l’attenzione si concentra sull’intera persona, corpo, mente e cuore. Partendo dalla convinzione che nella nostra esperienza organica vi è una grande saggezza. L’esperienza corporea diviene la base e il centro da cui partire in un viaggio di esplorazione e scoperta interiore. Sviluppando la capacità di ascoltare e restare con le sensazioni del corpo, i clienti acquisiscono la capacità di vedere chiaramente come reagiscono alle situazioni e alle sfide del vivere e possono sperimentare nuovi modi di affrontarle. Quando emergono le credenze più profonde, il cliente diviene consapevole dell’impatto che la sua storia personale ha sulla sua vita, del modo in cui essa è stata plasmata dagli eventi passati. L’immagine di se stessi, le credenze nei confronti degli altri e della vita cominciano a evolversi.  Noi risiediamo nel nostro corpo, ma a volte ci sentiamo come separati in casa, e cerchiamo disperatamente un punto di riferimento esterno. Invece di stabilire un contatto profondo con il nostro sé, ci lasciamo influenzare dai giudizi degli altri, dalle mode, da quello che dice la televisione e così perdiamo la bussola e non riusciamo più a trovare la via di casa.

Robert Hall descrive l’approccio Gestalt Lomi come “ il processo di sbrogliare un gomitolo, con il filo che man mano si dipana”,

Il processo di sbrogliare il filo può risultare in un intenso, a tratti perfino doloroso lavoro su se stessi,  passando attraverso le varie stanze, alcune aperte, altre chiuse della casa che è il nostro corpo-mente. Per esempio, la stanza dei drammi, che sembra la nostra favorita… assieme forse alla sala da pranzo!!!

Lavorare con una persona che si presenta come cliente nell’approccio Lomi Gestalt Bodywork, vuole dire seguire quel filo fino al punto di partenza, sentire i nodi dove l’energia è imprigionata, dove il contatto si è interrotto, soffermarsi dove il filo non scorre più, dove l’energia vitale è bloccata, dove qualcosa viene trattenuto.

Quando il cliente viene incoraggiato a far fluire l’energia nel punto in cui è bloccata, a volte emerge una storia e allora il counselor dice: “Parliamo di questa cosa”, oppure sale un’emozione … e ci fermiamo, prestiamo attenzione e diciamo: “Lascia venir fuori quello che c’è”. Possono uscire parole, movimenti, lacrime, risate, l’importante è essere curiosi di tutte le forme di espressione della persona, senza giudizi.

Quando i nodi vengono riconosciuti, si sciolgono e l’energia comincia a fluire liberamente. Si può dire che, nel lavoro Gestalt Lomi Bodywork, quando il materiale emotivo che emerge viene accolto sia dal cliente, sia dal counselor, si genera una immediata sensazione di benessere, percepita da entrambi. Il tocco non viene usato per ottenere un risultato, ma come mezzo di contatto, per collegarsi con la persona. In fondo, toccarsi è un gesto spontaneo che facciamo per esprimere amicizia e conforto.

In una cultura narcisistica che ha paura di sentire ed esprimere le emozioni, che esalta il corpo nella sua forma e immagine esteriore,  c’è sempre più bisogno di entrare in contatto con la nostra umanità, col senso profondo dell’essere umani, in modo da poter instaurare una vera relazione di aiuto con noi stessi e gli altri, chiunque siano e da dovunque vengano.

Concludendo, vi informo che dal 1993 la scuola FGB di Ranzo, in Liguria, offre dei corsi triennali di formazione in Gestalt Bodywork Counseling, riconosciuti dal Si.C.O. Dallo scorso anno, inoltre, tali corsi di svolgono anche a Ostuni.